Le norme della riforma della PA con effetti sulle Università

Mag 13, 2016 | Posted by in Approfondimenti, Università | Commenti disabilitati su Le norme della riforma della PA con effetti sulle Università

La legge 7 agosto 2015, n. 124 «Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche» si propone di avviare un processo di complessiva riforma dell’organizzazione delle pubbliche amministrazioni e del lavoro alle dipendenze delle Pa. Il provvedimento è per la maggior parte composto da norme che recano deleghe al governo di adottare decreti attuativi entro termini diversi. Accanto a tali norme ve ne sono altre (poche) di precettività immediata, nel senso che modificano norme già in vigore o che, comunque, si rivolgono direttamente alle singole amministrazioni per la loro attuazione, senza la necessità di attendere decreti attuativi che possono avere effetti nelle università. Già l’ufficio studi del Codau (Convegno dei direttori generali delle Università Italiane) ha pubblicato un primo commento, incentrato sugli aspetti di maggiore interesse per le università che tiene conto di tale distinzione. Si evidenzia, altresì, che per tutte le materie per le quali sia previsto l’esercizio del potere delegato da parte del Governo è stata prevista la possibilità per il Governo di intervenire ulteriormente sulla materia, sulla base della medesima legge delega, con decreti correttivi entro termini variabili da 12 a 24 mesi dall’adozione dei primi decreti, configurando, in tal modo, un processo di consolidamento della nuova normativa che in taluni casi (per esempio la riforma del processo contabile) richiederà fino a 3 anni.

Le norme sugli incarichi

Tra le norme di immediata applicazione, anche per la risonanza che possono avere nell’opinione pubblica, si segnala..

L’articolo è stato scritto dal dott. Vincenzo Tedesco in data 11.11.2015 e pubblicato su Scuola24.

L’Internal Auditing nell’Università di Pisa

Mag 13, 2016 | Posted by in Approfondimenti, Enti Pubblici | Commenti disabilitati su L’Internal Auditing nell’Università di Pisa

Il progressivo aumento della complessità dei sistemi aziendali e delle organizzazioni pubbliche, la globalizzazione dei mercati e l’osservazione in alcuni casi di atteggiamenti non sempre orientati da principi di etica comportamentale, sono elementi che hanno un forte impatto sull’opinione pubblica e su tutti gli stakeholder.

In questa prospettiva molti enti pubblici mirano a introdurre o valutare una possibile introduzione della funzione di Internal Auditing. Con riferimento all’evolversi nel tempo dell’Internal Auditing, in passato (primi anni Cinquanta) la revisione interna era intesa come attività volta esclusivamente all’analisi e alla valutazione dei problemi aziendali aventi natura contabile e finanziaria. Con l’evolversi dell’ambiente esterno, tale concetto è stato riveduto, portando a un ampliamento degli obiettivi, diretti anche ad altre attività svolte dall’impresa, fino a giungere a un ruolo della revisione non più solo di tipo
ispettivo, bensì di valutazione dell’efficacia e dell’efficienza delle operazioni
poste in essere.
In particolare l’audit interno viene ad assumere un ruolo d’interfaccia con la revisione esterna, soprattutto in quanto destinato a costituire la base degli interventi esterni poiché diretto a svolgere in via anticipata le medesime verifiche effettuate successivamente, a consuntivo, dal revisore esterno.
In seguito, intorno agli anni Settanta, l’Internal Auditing è definito come funzione autonoma volta ad esaminare e controllare le operazioni di amministrazione e di gestione per supportare la direzione d’impresa e per ampliare l’attività di controllo. Di seguito, dagli anni Novanta ad oggi, la definizione di Internal Auditing ha subito delle variazioni e degli approfondimenti frutto dell’evolversi del contesto nazionale e del mutare della complessità aziendale e del conseguente decentramento organizzativo/produttivo.

In tale contesto, il ruolo dell’Internal Auditor assume crescente rilievo e tende a perfezionare l’attività di controllo interno, diventando un mezzo di controllo concomitante avente la finalità di monitorare l’efficacia e l’efficienza del sistema di controllo interno, ma anche di tutte le altre funzioni aziendali, quali
l’amministrazione, il marketing, la finanza, la produzione, la funzione commerciale, il personale, l’adeguatezza del sistema informativo e la corretta gestione dei rischi tutti elementi che si ritrovano nelle amministrazioni pubbliche.
Occorre precisare che nel presente lavoro non è stato trattato tutto lo scenario, data la sua vastità, ma si è voluto trattare solo alcuni aspetti che si ricavano dall’attività di stage svolta nella direzione amministrativa dell’Università di Pisa.

L’auditing interno si configura, dunque come sistema che agisce nell’interesse
dell’organizzazione e che richiede specifiche competenze ed esperienze. L’obiettivo primario dell‘Internal Auditing è di assistere attivamente i membri della direzione nell’efficace adempimento delle loro funzioni aziendali, fornendo loro analisi, stime, raccomandazioni e commenti riguardanti le attività esaminate ed esercitando costantemente una funzione di monitoraggio anche delsistema di controllo interno. Al perseguimento dell’obiettivo principale descritto si devono tuttavia aggiungere importanti finalità:
– Favorire la velocità di circolazione delle informazioni: il frapporsi di numerosi livelli intermedi nelle linea gerarchica ritarda molte volte l’informazione. Poiché la velocità di circolazione dell’informazione è un elemento determinante per poter prendere efficaci decisioni da parte della direzione, uno dei
compiti dell’Internal Auditing è quello di agevolare tale processo e quindi di alimentare un sistema di comunicazione efficace.
– Promuovere uno spirito innovativo e di miglioramento volto all’incremento dei processi all’interno delle varie strutture: ciò avviene attuando una critica costruttiva nelle varie fasi che compongono un fenomeno aziendale, siano esse tanto di natura organizzativa che di natura operativa. In tal modo la direzione è costantemente stimolata a riesaminare i programmi formulati ed a verificare l’efficienza della propria struttura.

– Contribuire alla formazione delle risorse umane personale da destinare a particolari incarichi presso i vari settori dell’amministrazione. Si tratta, come risulta evidente, di un complesso di obiettivi piuttosto articolati, ma complementari fra loro, che caratterizzano e valorizzano il ruolo dell’Internal
Auditing nel contesto dell’intera struttura organizzativa aziendale e pubblica. In questo senso la figura dell’Internal Auditor può assumere la particolare veste di “professionista interno” dell’impresa, dotato di indipendenza e di coscienza critica, la cui attività è diretta al supporto del management e delle altre funzioni aziendali. L’operatore non agisce per mansioni ma sulla base delle conoscenze, delle competenze acquisite, per il raggiungimento di risultati specifici in una logica di “processo”; non si valuta l’operato del singolo, o la corrispondenza alle regole, ma il raggiungimento dell’obiettivo prefissato. L’audit esamina i processi e i risultati ottenuti; valuta l’equipe o l’intera struttura e i riferimenti normativi sono basati sull’evidenza. L’audit può contribuire al raggiungimento di meccanismi di qualità all’interno dell’applicazione di metodi (CAF etc.) utili per il miglioramento delle
performance dell’organizzazione.

Per leggere la Tesi completa, cliccare qui.

La Tesi è stata presentata dalla dott.ssa Veronica Lupi come elaborato finale del Master Post Laurea in Comunicazione Pubblica e Politica durante l’anno accademico 2010-2011.

Il dott. Vincenzo Tedesco ha ricoperto il ruolo di Tutor per l’Ente.

Il ricollocamento del personale delle province nelle università

Mag 13, 2016 | Posted by in Approfondimenti, Università | Commenti disabilitati su Il ricollocamento del personale delle province nelle università

Tra i 735 commi della legge di stabilità per l’anno 2015 (legge 190/2014) esaminiamo questa volta il comma 425 che prevede che le università siano destinatarie della ricognizione dei posti da destinare alla ricollocazione del personale delle città metropolitane e province posto in mobilità all’interno del processo di razionalizzazione messo in campo dal governo. Si attende allo scopo una nota della Funzione Pubblica che dovrà chiarire la portata della norma e soprattutto la sua applicazione.

Cosa dice la norma

In particolare si dispone che le amministrazioni (comprese le Università) comunicano un numero di posti, soprattutto riferiti alle sedi periferiche, corrispondente, sul piano finanziario, alla disponibilità delle risorse destinate, per gli anni 2015 e 2016, alle assunzioni di personale a tempo indeterminato secondo la normativa vigente, al netto di quelle finalizzate all’assunzione dei vincitori di concorsi pubblici collocati nelle graduatorie vigenti o approvate alla data di entrata in vigore della presente legge. Il comma stabilisce che nelle more del completamento del procedimento di ricollocazione alle amministrazioni è fatto divieto di effettuare assunzioni a tempo indeterminato. Addirittura si prevede che le assunzioni effettuate in violazione del presente comma sono nulle.
La disposizione va letta coordinandola con il comma successivo, il 426 che proroga (dal 31
dicembre 2016) al 31 dicembre 2018 il termine concernente la stabilizzazione dei precari della
P.A. In particolare, la disposizione proroga il termine entro il quale le amministrazioni possono
(secondo quanto previsto dall’articolo 4, commi 6, 8 e 9, del DL n.101/2013) bandire procedure
concorsuali per assunzioni a tempo indeterminato con riserva di posti a favore di titolari di
contratti a tempo determinato; prorogare contratti di lavoro a tempo determinato dei soggetti
che abbiano maturato almeno 3 anni di servizio alle loro dipendenze; procedere ad assunzioni a
tempo indeterminato di lavoratori socialmente utili (iscritti in apposito elenco regionale
secondo criteri di “priorità”).

Per sapere le difficoltà di applicazione e il collocamento dei dipendenti, si prega di continuare la lettura cliccando sul documento seguente

Le universita e il meccanismo di ricollocamento del personale delle province

L’articolo è stato scritto dal dott. Vincenzo Tedesco e pubblicato su Scuola24 in data 27.01.2015

La mobilità del personale delle Province blocca il reclutamento universitario

Mag 13, 2016 | Posted by in Approfondimenti, Università | Commenti disabilitati su La mobilità del personale delle Province blocca il reclutamento universitario

La Funzione Pubblica conferma il programma per gestire il personale in esubero nelle Province.
Secondo quanto contenuto nella recente circolare della Funzione pubblica 1/2015 , la prima tappa sarà il 1° marzo: entro tale data gli enti provinciali dovranno attuare il taglio delle dotazioni organiche, rispettivamente del 30 e 50% calcolato sulla spesa e non sul numero dei dipendenti, per poi arrivare entro la fine di marzo all’individuazione nominativa del personale in soprannumero. Le amministrazioni a questo punto dovranno, prima di avviare la mobilità, verificare se il personale ha i requisiti per essere collocato in prepensionamento secondo la normativa vigente (articolo 2, comma 11 del Dl 95/2012), cioè se matura la decorrenza del trattamento pensionistico, con le vecchie regole, entro il 31 dicembre 2016. Resterà comunque sottratto alla mobilità, in quanto interessato a percorsi diversi, il personale che svolge i compiti di polizia provinciale e quello che svolge le funzioni presso i centri per l’impiego. Il restante
personale sarà indirizzato a seconda dei casi alle Regioni o alle Pa centrali (uffici giudiziari in
primis) e alle altre amministrazioni tra cui le Università.

Come funziona la mobilità

La circolare sul possibile intervento delle Università e agli altri Enti nel processo di ricollocazione del personale, fissa al 31 marzo 2015 il termine per l’individuazione del personale da parte delle Province. Entro il 1 marzo il ministro per la Funzione pubblica dovrà emanare un decreto che fissa i criteri per la mobilità del personale ai sensi dell’articolo 30 comma 2 del Dlgs 165/2001 sulla base delle linee guida individuate dalla circolare in oggetto. Nel caso in cui il personale debba essere ricollocato presso altre amministrazioni (quindi anche le Università) si utilizzeranno strumenti informatici. Le amministrazioni interessate predisporranno, apposite banche dati di personale, previa ricognizione delle informazioni necessarie per quantificare domanda e offerta di mobilità sempre in relazione alle loro esigenze funzionali. Con riferimento al budget si prevede la destinazione del budget 2015-2016 per le assunzioni.

In questa situazione…

L’articolo è stato scritto dal dott. Tedesco e pubblicato su Scuola24 in data 11.02.2015

Mini – Guida agli acquisti liberi

Mag 13, 2016 | Posted by in Enti Pubblici, News | Commenti disabilitati su Mini – Guida agli acquisti liberi

Tra i 999 commi della legge di stabilità per l’anno 2016 ce ne sono alcuni molto importanti che
danno l’idea della nuova impostazione che il legislatore ha voluto dare in tema di acquisti
centralizzati.
Gli acquisti sotto i mille euro fuori dal mercato elettronico
In primis abbiamo il comma 502 che modifica l’art.1 comma 450 della legge 296 del 2006. Comma che prevede che «le amministrazioni statali centrali e periferiche, ad esclusione degli istituti e delle scuole di ogni ordine e grado, delle istituzioni educative e delle istituzioni universitarie, nonché gli enti nazionali di previdenza e assistenza sociale pubblici e le agenzie fiscali di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, per gli acquisti di beni e servizi di importo pari o superiore a 1.000 euro e al di sotto della soglia di rilievo comunitario, sono tenute a fare ricorso al mercato elettronico della pubblica amministrazione di cui all’articolo 328, comma 1, del regolamento di cui al d.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207. Fermi restando gli obblighi e le facoltà previsti al comma 449 del presente articolo, le altre amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nonché le autorità indipendenti, per gli acquisti di beni e servizi di importo pari o superiore a 1.000 euro e di importo inferiore alla soglia di
rilievo comunitario sono tenute a fare ricorso al mercato elettronico della pubblica amministrazione ovvero ad altri mercati elettronici istituiti ai sensi del medesimo articolo 328 ovvero al sistema telematico messo a disposizione dalla centrale regionale di riferimento per lo svolgimento delle relative procedure». Se ne deduce che per gli acquisti inferiori a 1000 euro si può prescindere dall’utilizzo del mercato elettronico della pubblica amministrazione poiché le università sono inserite tra le altre amministrazioni di cui all’articolo 1 del Dlgs 165/2001 indicate nel secondo periodo del comma 450 modificata dalla presente legge. Nel caso di specie quindi, si ritiene che il Rup non ha più l’obbligo di escutere le forme di mercato elettronico potendo agire direttamente – con la determinazione a contrattare con cui viene assunta la prenotazione di impegno di spesa – fuori mercato. È altresì vero che come buona prassi di azione amministrativa, il Rup potrebbe determinarsi autonomamente a procedere comunque alla previa escussione del mercato elettronico. L’obiettivo del legislatore è chiaro evitare che per acquisti di importo non alto si utilizzi lo strumento del Mepa. Ovviamente sarà molto
importante indirizzare gli atenei per evitare usi distorti della norma.

Per approfondire il discorso delle convenzioni Consip, si prega di leggere l’articolo completo.

Il presente articolo è stato scritto dal dott. Tedesco e pubblicato in data 17.03.2016 su Scuola24.