Università alle prese con gli obblighi di trasparenza
Con la delibera n. 144 del 7 ottobre scorso, l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac),
ridefinisce, tornando di nuovo sull’argomento – si veda la delibera n. 65/2013 della ex Civit
assolutamente non risolutiva per le Università – l’ambito soggettivo di applicazione degli
obblighi di pubblicità delle informazioni relative alle pubbliche amministrazioni includendo le
Università statali e quelle non statali, di cui al decreto legislativo n. 33/2013, meglio conosciuto
come il decreto trasparenza.
Gli organi coinvolti
L’organo di indirizzo politico – nel caso delle università statali – secondo la delibera è
identificato nelle figure del rettore e del consiglio di amministrazione mentre resta da stabilire,
da parte di ogni ateneo, l’eventuale esclusione del Senato accademico in caso di ruolo
meramente consultivo, sulla base delle funzioni attribuite dai singoli statuti. Anzi, per le
università l’Autorità si spinge a precisare che non può non essere indicato il Cda trattandosi
normalmente di organo elettivo. Secondo la delibera si tratta di organi eletti dalle rispettive
comunità accademiche, che esprimono un notevole grado di “politicità”.
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