Contabilità economico-patrimoniale; il MIUR aggiorna il manuale operativo
Era noto fin dalla prima versione che il Manuale tecnico-operativo a supporto delle attività
gestionali degli atenei, transitati alla contabilità economico-patrimoniale, avrebbe subito
progressive integrazioni nel corso del tempo. Con nota del 21 marzo il Miur ha trasmesso in
visione agli atenei una nuova versione del documento che si arricchisce di ulteriori fattispecie
relative a immobilizzazioni immateriali e materiali, patrimonio netto, liberalità, valutazione
commesse e progetti di ricerca, contributi annuali e pluriennali. Per chi opera nell’ambito
contabile si tratta di indicazioni attese e auspicate nell’ottica dell’uniformità dei comportamenti
in sede di rilevazione delle operazioni contabili e valorizzazione delle poste di bilancio. Ma
anche per chi assume ruoli attivi nella gestione, dai rettori ai direttori generali passando per
tutto il Consiglio di amministrazione, la valutazione delle diverse poste contabili assume
rilevanza cruciale specie se dal risultato inevitabilmente ne deriva, come peraltro già oggi
avviene, un giudizio sulla gestione complessiva.
Le principali novità
Dalla lettura del documento appare la volontà di ancorare le valutazioni contabili a principi
ragionevoli e il più possibile univoci per gli atenei anche al probabile fine di favorirne la
possibilità di una valutazione comparata. L’intento si evince chiaramente ad esempio dalla
previsione di aliquote d’ammortamento sostanzialmente univoche per le varie categorie di
immobilizzazioni immateriali e materiali o dalla previsione di inquadrare tutti i beni di terzi,
ancorché accompagnati da diritti di concessione o d’uso perpetui e gratuiti, nei conti d’ordine. Si
rileva inoltre quanto la nuova versione del Manuale si spinga a suggerire comportamenti
particolari in presenza di operazioni contabili straordinarie quale quella del passaggio dal
sistema finanziario a quello economico-patrimoniale. In tal caso viene suggerito con opportune
motivazioni di procedere alla scrittura di un risconto passivo che sterilizzi progressivamente nel
tempo le quote d’ammortamento dei beni acquistati e spesati in regime di contabilità finanziaria
sempre che l’ateneo non abbia fatto ricorso all’indebitamento in quella sede. Certamente la
questione non mancherà di sollevare molte discussioni all’interno della dottrina aziendalistica
pubblica in quanto una tale previsione potrebbe essere pacificamente accolta solo in presenza di
una specifica norma che la preveda, come nel caso delle aziende sanitarie pubbliche del Ssn.
Il ruolo della nota integrativa
Fermo restando l’obiettivo di omogeneità, a vantaggio della comparabilità del bilancio dei vari
atenei, eventuali aliquote di ammortamento inferiori o superiori a quelle indicate e
corrispondenti alla vita utile del cespite stimata saranno sempre possibili; in tali casi sarà cura
dell’ateneo dare adeguata giustificazione e rendicontazione in Nota integrativa. Ne deriva che la
nota integrativa rappresenta lo strumento utile per evidenziare eventuali scostamenti
dall’obiettivo dell’omogenea redazione dei bilanci.
Si pensi al costo (o valore di rilevazione) delle immobilizzazioni materiali, sottoposte alla
utilizzazione, deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio, tenendo conto della
residua possibilità di utilizzo in riferimento alle prescrizioni dell’articolo 2426, n. 2, del codice
civile e agli indirizzi del decreto n. 19/2014, con preferenza per l’applicazione di quote di
ammortamento con il metodo costante. Nella Nota integrativa sono esplicitate le percentuali di
ammortamento adottate che, stante l’obiettivo di uniformità delle risultanze delle università, si
suggeriscono corrispondenti a quelle indicate in riferimento alle singole categorie riassunte nel
prospetto che segue che indica anche il relativo range minimo o massimo (indipendente dal
profilo di ammissibilità ai fini fiscali).
Il valore degli acquisti informatici
Indubbiamente con la nuova versione del manuale si realizza un notevole passo in avanti che
merita apprezzamento per lo sforzo e l’analiticità con cui è stato realizzato, l’unico appunto
riguarda semmai il momento in cui arriva a chiarire regole e principi che riguardano in molti
casi il primo impianto della contabilità economico-patrimoniale quando la maggior parte degli
atenei pubblici ha già affrontato questo passaggio negli anni scorsi ed inevitabilmente ha già
effettuato scelte differenziate. Si tratta ora di cercare di ricondurre il sistema ad unità per gli
innumerevoli vantaggi che potranno derivarne per tutti gli attori a partire dal Miur, che rimane
ancora il principale finanziatore del sistema. La palla ora è in mano agli atenei che avranno circa
un mese di tempo per presentare le proprie osservazioni e suggerimenti alla bozza di manuale.
Da segnalare infine anche le questioni di impatto sul sistema di acquisti informatici che,
indipendentemente da qualunque tipo di software e dal criterio di iscrizione nell’attivo scelto,
data la rapidità del processo di obsolescenza tecnologica che lo caratterizza, richiede alla fine di
ciascun esercizio un’analisi critica del futuro utilizzo all’interno dell’ateneo fino a procedere in
casi particolari ad una svalutazione straordinaria del suo valore netto contabile. Tutto ciò anche
ai fini della razionalizzazione per gli acquisti.
L’articolo è stato scritto dal dott. Tedesco e dal dott. Domenicali e pubblicato su Scuola24 in data 25.03.2016