Le norme della riforma della PA con effetti sulle Università

Mag 13, 2016 | Posted by in Approfondimenti, Università | Commenti disabilitati su Le norme della riforma della PA con effetti sulle Università

La legge 7 agosto 2015, n. 124 «Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche» si propone di avviare un processo di complessiva riforma dell’organizzazione delle pubbliche amministrazioni e del lavoro alle dipendenze delle Pa. Il provvedimento è per la maggior parte composto da norme che recano deleghe al governo di adottare decreti attuativi entro termini diversi. Accanto a tali norme ve ne sono altre (poche) di precettività immediata, nel senso che modificano norme già in vigore o che, comunque, si rivolgono direttamente alle singole amministrazioni per la loro attuazione, senza la necessità di attendere decreti attuativi che possono avere effetti nelle università. Già l’ufficio studi del Codau (Convegno dei direttori generali delle Università Italiane) ha pubblicato un primo commento, incentrato sugli aspetti di maggiore interesse per le università che tiene conto di tale distinzione. Si evidenzia, altresì, che per tutte le materie per le quali sia previsto l’esercizio del potere delegato da parte del Governo è stata prevista la possibilità per il Governo di intervenire ulteriormente sulla materia, sulla base della medesima legge delega, con decreti correttivi entro termini variabili da 12 a 24 mesi dall’adozione dei primi decreti, configurando, in tal modo, un processo di consolidamento della nuova normativa che in taluni casi (per esempio la riforma del processo contabile) richiederà fino a 3 anni.

Le norme sugli incarichi

Tra le norme di immediata applicazione, anche per la risonanza che possono avere nell’opinione pubblica, si segnala..

L’articolo è stato scritto dal dott. Vincenzo Tedesco in data 11.11.2015 e pubblicato su Scuola24.

La relazione del RPC slitta al 15 Gennaio 2016

Mag 13, 2016 | Posted by in Approfondimenti, Diritto Amministrativo | Commenti disabilitati su La relazione del RPC slitta al 15 Gennaio 2016

Il comunicato del Presidente dell’Anac, datato 25 novembre scorso, proroga al prossimo 15 gennaio il termine per la predisposizione e la pubblicazione della relazione annuale dei RPC. La proroga viene giustificata in ragione del recente aggiornamento al Piano nazionale anticorruzione che l’Anac ha approvato con la determina del 28 ottobre scorso . Si tratta di un documento complesso e corposo che, nelle sue oltre 50 pagine di contenuti, fornisce indicazioni a contenuto prescrittivo per le amministrazioni destinatarie circa i nuovi Piani di prevenzione della corruzione che dovranno essere approvati entro e non oltre il 31 gennaio prossimo.

Gli adempimenti per le Università

Anche le università sono richiamate in senso specifico all’interno dell’aggiornamento dell’Anac, in particolare laddove vengono previste tra le aree specifiche di rischio anche la didattica, con riferimento alla gestione dei test di ammissione, valutazione studenti, ecc. e l’area della ricerca, con riferimento ai concorsi, alla gestione dei relativi fondi…

L’articolo è stato scritto dal dott. Vincenzo Tedesco e dal dott. Alberto Domenicali, pubblicato su Scuola24 in data 24.12.2015.

Il voto negativo delle prove d’esame nei concorsi pubblici

Mag 13, 2016 | Posted by in Approfondimenti, Enti Pubblici | Commenti disabilitati su Il voto negativo delle prove d’esame nei concorsi pubblici

Torniamo ancora sulla materia dei concorsi pubblici con questa sentenza che appare di estremo interesse poiché contrasta con le posizioni espresse in più occasioni dal Consiglio di Stato dove si ritiene che la semplice indicazione del punteggio numerico soddisfa in pieno l’obbligo di motivazione proprio in seguito all’entrata in vigore della legge 241/90 (si veda ad es.Cons. DI Stato sez.IV 267/2001 etc).

Bisogna anche riconoscere che l’orientamento testé ricordato del Consiglio di Stato è stato sottoposto a molteplici critiche da parte della dottrina più autorevole (ad es. P. Virga, Motivazione del voto negativo delle prove d’esame secondo cui ogni candidato ha il sacrosanto diritto di conoscere non solo gli errori ma il fondamento che ha portato la commissione a ritenere non del tutto soddisfacente e quindi errata la prova svolta); in caso contrario non si capirebbe il diritto di accesso agli elaborati nei casi di impugnativa.

Tornando alla sentenza in commento tre argomenti normativi soccorrono a spiegare l’assunto; cliccando sul documento seguente potete approfondire i tre argomenti sopracitati.

Il voto negativo delle prove d’esame all’interno dei concorsi pubblici

Il commento alla sentenza è stato scritto dal dott. Vincenzo Tedesco nel Febbraio 2002 e pubblicato su Diritto.it

La missione nel pubblico impiego; il caso del mezzo proprio

Mag 13, 2016 | Posted by in Approfondimenti, Enti Pubblici | Commenti disabilitati su La missione nel pubblico impiego; il caso del mezzo proprio

Tra gli interventi più significativi nella c.d. manovra estiva molto importante anche per la sua portata all’interno degli enti è l’intervento operato sulla disciplina delle missioni in particolare su uno strumento che viene utilizzato per svolgere l’attività lavorativa in un luogo diverso da quello dell’ordinaria sede di servizio. La questione dell’utilizzo del mezzo proprio per le attività lavorative dei dipendenti della pubblica amministrazione è uno dei principali rebus della manovra estiva 2010.
Bisogna precisare che si sta parlando di uno strumento eccezionale che dovrebbe intervenire dove gli altri mezzi pubblici di trasporto non sono utili per raggiungere il luogo della missione e che comunque alla fine è stato utilizzato dalle amministrazioni in modo disinvolto quasi fosse il metodo ordinario di spostamento. Una riflessione preliminare va fatta: Si sta parlando di missione cioè lo svolgimento di un’attività lavorativa in luogo diverso da quello ordinario che deriva anche dal c.d. potere direttivo del datore di lavoro che può per le ragioni più svariate inviare in tal senso… il lavoratore in missione o anche sia lo stesso lavoratore che chiedo di svolgere l’attività lavorativa in luogo diverso (si pensi all’attività di formazione e di aggiornamento professionale).

Il legislatore con il comma 12 dell’art. 6 del Dl n. 78/2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122/2010 sembra voler cancellare ogni possibilità di autorizzazione in tal senso…

L’articolo è stato scritto dal dott. Vincenzo Tedesco e pubblicato in data 25.11.2010 su Diritto.it

 

L’Internal Auditing nell’Università di Pisa

Mag 13, 2016 | Posted by in Approfondimenti, Enti Pubblici | Commenti disabilitati su L’Internal Auditing nell’Università di Pisa

Il progressivo aumento della complessità dei sistemi aziendali e delle organizzazioni pubbliche, la globalizzazione dei mercati e l’osservazione in alcuni casi di atteggiamenti non sempre orientati da principi di etica comportamentale, sono elementi che hanno un forte impatto sull’opinione pubblica e su tutti gli stakeholder.

In questa prospettiva molti enti pubblici mirano a introdurre o valutare una possibile introduzione della funzione di Internal Auditing. Con riferimento all’evolversi nel tempo dell’Internal Auditing, in passato (primi anni Cinquanta) la revisione interna era intesa come attività volta esclusivamente all’analisi e alla valutazione dei problemi aziendali aventi natura contabile e finanziaria. Con l’evolversi dell’ambiente esterno, tale concetto è stato riveduto, portando a un ampliamento degli obiettivi, diretti anche ad altre attività svolte dall’impresa, fino a giungere a un ruolo della revisione non più solo di tipo
ispettivo, bensì di valutazione dell’efficacia e dell’efficienza delle operazioni
poste in essere.
In particolare l’audit interno viene ad assumere un ruolo d’interfaccia con la revisione esterna, soprattutto in quanto destinato a costituire la base degli interventi esterni poiché diretto a svolgere in via anticipata le medesime verifiche effettuate successivamente, a consuntivo, dal revisore esterno.
In seguito, intorno agli anni Settanta, l’Internal Auditing è definito come funzione autonoma volta ad esaminare e controllare le operazioni di amministrazione e di gestione per supportare la direzione d’impresa e per ampliare l’attività di controllo. Di seguito, dagli anni Novanta ad oggi, la definizione di Internal Auditing ha subito delle variazioni e degli approfondimenti frutto dell’evolversi del contesto nazionale e del mutare della complessità aziendale e del conseguente decentramento organizzativo/produttivo.

In tale contesto, il ruolo dell’Internal Auditor assume crescente rilievo e tende a perfezionare l’attività di controllo interno, diventando un mezzo di controllo concomitante avente la finalità di monitorare l’efficacia e l’efficienza del sistema di controllo interno, ma anche di tutte le altre funzioni aziendali, quali
l’amministrazione, il marketing, la finanza, la produzione, la funzione commerciale, il personale, l’adeguatezza del sistema informativo e la corretta gestione dei rischi tutti elementi che si ritrovano nelle amministrazioni pubbliche.
Occorre precisare che nel presente lavoro non è stato trattato tutto lo scenario, data la sua vastità, ma si è voluto trattare solo alcuni aspetti che si ricavano dall’attività di stage svolta nella direzione amministrativa dell’Università di Pisa.

L’auditing interno si configura, dunque come sistema che agisce nell’interesse
dell’organizzazione e che richiede specifiche competenze ed esperienze. L’obiettivo primario dell‘Internal Auditing è di assistere attivamente i membri della direzione nell’efficace adempimento delle loro funzioni aziendali, fornendo loro analisi, stime, raccomandazioni e commenti riguardanti le attività esaminate ed esercitando costantemente una funzione di monitoraggio anche delsistema di controllo interno. Al perseguimento dell’obiettivo principale descritto si devono tuttavia aggiungere importanti finalità:
– Favorire la velocità di circolazione delle informazioni: il frapporsi di numerosi livelli intermedi nelle linea gerarchica ritarda molte volte l’informazione. Poiché la velocità di circolazione dell’informazione è un elemento determinante per poter prendere efficaci decisioni da parte della direzione, uno dei
compiti dell’Internal Auditing è quello di agevolare tale processo e quindi di alimentare un sistema di comunicazione efficace.
– Promuovere uno spirito innovativo e di miglioramento volto all’incremento dei processi all’interno delle varie strutture: ciò avviene attuando una critica costruttiva nelle varie fasi che compongono un fenomeno aziendale, siano esse tanto di natura organizzativa che di natura operativa. In tal modo la direzione è costantemente stimolata a riesaminare i programmi formulati ed a verificare l’efficienza della propria struttura.

– Contribuire alla formazione delle risorse umane personale da destinare a particolari incarichi presso i vari settori dell’amministrazione. Si tratta, come risulta evidente, di un complesso di obiettivi piuttosto articolati, ma complementari fra loro, che caratterizzano e valorizzano il ruolo dell’Internal
Auditing nel contesto dell’intera struttura organizzativa aziendale e pubblica. In questo senso la figura dell’Internal Auditor può assumere la particolare veste di “professionista interno” dell’impresa, dotato di indipendenza e di coscienza critica, la cui attività è diretta al supporto del management e delle altre funzioni aziendali. L’operatore non agisce per mansioni ma sulla base delle conoscenze, delle competenze acquisite, per il raggiungimento di risultati specifici in una logica di “processo”; non si valuta l’operato del singolo, o la corrispondenza alle regole, ma il raggiungimento dell’obiettivo prefissato. L’audit esamina i processi e i risultati ottenuti; valuta l’equipe o l’intera struttura e i riferimenti normativi sono basati sull’evidenza. L’audit può contribuire al raggiungimento di meccanismi di qualità all’interno dell’applicazione di metodi (CAF etc.) utili per il miglioramento delle
performance dell’organizzazione.

Per leggere la Tesi completa, cliccare qui.

La Tesi è stata presentata dalla dott.ssa Veronica Lupi come elaborato finale del Master Post Laurea in Comunicazione Pubblica e Politica durante l’anno accademico 2010-2011.

Il dott. Vincenzo Tedesco ha ricoperto il ruolo di Tutor per l’Ente.